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edizioni sandro benedettelli


Lascio tutta la mia verità d'amore ad una donna che ama
gli animali, particolarmente i cavalli.
Lei fruga dentro la vita con forza e incertezza
ci prova e si perde poi ci riprova e arriva a capire.
Vince un momento di sgomento e una briciola di sorriso
Vince e si sente in groppa ad un puledro. Ma non c'è.
E allora piange.
Come stasera ? Io non ho un cavallo.
                       Adesso vorrei essere un cavallo.
Domani comprerò un paio di speroni. Li regalerò a
quella donna che ama i cavalli.
Resterò uomo e qualche volta andrò a cercarla al maneggio.
............ la saluterò e tornerò a piedi tra la gente
che ama soltanto la donna - il denaro - l'auto -
il marito - la casa o l'amante
Lascio la mia chitarra vicino al suo flauto ancora verde.
E la penna che mi ha regalato poco tempo fa dentro il suo calamaio.
Qualche bottiglia piena e alcune vuote alla sua voglia di bere.
Lascio tutte le mie domande al suo confuso modo di rispondere
a se stessa e tutte le mie corse ai suoi traguardi.
Lascio la voce di dada al suo ascolto e l'ultima briciola
di pane nel suo bicchiere di rosso. Rovescio il mio goccio
di bianco sulla sua tovaglia strappata. Verso il mio
disperato respiro nella sua smorfia di rabbia.
Lascio quel palo di ferro alla sua voglia di appoggiarsi _
lascio quella notte durante la quale l'ho rincorsa
ai suoi occhi fuggenti.
E un gatto - non mio - al suo desiderio di carezze
Lascio il mio delicato silenzio al suo chiassoso coraggio.
Lascio il mio rumore più sguaiato alla sua pericolosa dolcezza.
Spingo il mio alito ancora una volta dentro il suo odore.
Lo sento il suo odore. Unico. Come per lei è unico quello

di stalla.
Un pezzo di formaggio per cena.
Un secchio d'avena per sfamare il suo cavallo.
Formaggio e avena: Per non morire di fame.
. . . . . . . . . me ne vado e lascio nel baule del tempo
la mia poesia - se ti serve puoi tirarla fuori
Per riempirti. Forse
(3)


guardo dentro una penombra fiorita di silenzio
e trovo la tua morbida immagine.
Suono di vivace flauto. Vitalità pazza di
affettuosa noia.
Tra le note inventate canto in compagnia di
quello che ero.
    Un coro da lontano mi chiama - dice che
devo tornare - dove ancora nella cisterna del
desiderio - c'è il fondo bucato.
        Ora sei di là - in uno spazio che
        mi appartiene per amORE.
(7)


con il mare
vicino alla sponda del cuore
aspettano.
      Vola nel tramonto
in compagnia di larghi gabbiani
            la speranza.
La loro massiccia solitudine
sulla spiaggia o nei campi
è radicata nel tempo
mentre l'uomo naviga
al di là dell'ultimo sogno.
Un delicato battito d'ali
sopra sguardi nascosti
e un'immensa distesa
      di tenero silenzio.
(8)


nel nostro tragico sgomento
c'è anche un alcolico sorriso
e quel goccio versato per finire
——— ti spenge il vuoto ———
ma non serve al cuore
che per battere
in modo
più ubriaco di te.
(9)


una breve distanza / tra noi due
ruscello e poeta
a - b - ancora baci
lungo un segmento
curvato dalla fatica / di una semplice corsa
per incontrarci
e restare poco
nella geometrica parabola del tramonto
quando mi lasci
      voltandoti verso il domani.
(10)


il tuo domatore è fuggito
lasciandoti un pezzo di frusta
e l'ombra di una dolce paura
la gabbia che ti contiene
ha le sbarre piegate . . . . .
         . . . . . . . . . . . .
                         . . . . . .
(10)


era una pagina bianca. E l'ho voluta ferire.
Sanguina di parole. Per dire con complicata tristezza
come ci arrabattiamo a difesa del nostro arido
pezzo di vita. Di fronte a chi dona o a chi ruba meno.
La conquista della folla dettando energicamente
politica a suon di legge o di musica è una
cerimonia da piazza più o meno illuminata.
Io accendo a fine giorno tutti i miei lampioni
troppe volte spenti di sassate.
E anche gli amici / le donne / tirano sassi /
ma è giusto se hanno bisogno di BUIO.
Vorrei tanto - o poco - nel troppo non volere
ottenere quel che non viene _ mentre corro in
cerca di rimedio
                        ma lo strappo è immenso
                        e il filo di questo discorso non
                        basta a ricucire i nostri
                        indumenti mentali

(stasera mentre faccio di nuovo la punta al mio ago)
(11)


giocando a dormire

nel tuo viso
una ferita di noia
dentro il cuore
una pietra spaccata
e sotto il cuscino della sera
una luna dipinta per gioco.
(12)


quel che sento non te lo dirò più - te lo donerò invece
nel tormento del mio sguardo spalancato.
Seguimi con i tuoi grandi occhi aperti e saprai tutto
anche a distanza - non importa spiegare il perché sono tuo
quando il respiro è parola - quando anche più breve la
carezza è una frase definita. Il discorso è dentro.
Resta dentro di noi anche senza parlare - si dice.
Io ti sogno di giorno e nel buio ti credo.
non ci sono orologi per stabilire l'ora esatta di un incontro
c'è soltanto il bisogno di precipitare nel tempo avvolti nel
desiderio di un giorno qualunque - celebrando l'anniversario
della prima volta.
(22)


da piazza in piazza

vedere passare la gente
tra sbadigli e piccioni
quella vestita di viola
e l'altro in bicicletta
Questa piazza è un frigo aperto
dove ognuno ripone il tormento
e poi torna / per trovarlo più fresco
anche i bambini / sono stanchi
di bere alla stessa fontana.
Su questa panchina
ancora per poco
il tempo ancora per dirti
Alziamoci.
(27)


          la nostra dolcezza umanamente consumata
insieme e conservata nello spazio di vita che resta . . . .
          la nostra dolcezza violentata dagli altri e
mai dimenticata da noi . . . .
          la nostra vera dolcezza di un momento -
- tempo di una vita.
L'abbiamo vissuta insieme combattendo insieme contro i
fantasmi del giorno e la solitudine di notti chiare.
Restiamo ad occhi aperti a guardarci / divisi da un reticolato
senza fucile - come due deboli eroi . . . . . . . .

(31)


dopo-dopo cena
.... quando la pioggia entra nella ferita del desiderio il cuore
si bagna di speranza

ho appeso il mio al tuo filo e attendo che asciughi
in questo disperato lavaggio la falsa morale si è sciolta
ed ha lasciato un odore di quasi subito
ma se non ci sei tutto è coperto di triste e di
quasi tristezza ..........................
(33)


     c'è stato un momento che in un concerto qualunque
(non ricordo di chi) ti ho preso per mano e volevo restare
ma la paura di credere in quel gesto così vero mi ha
fatto fuggire nel cortile dei grandi
          Ero un bambino - quella volta - di sempre
con in tasca un quaderno sul quale la mia canzone
non potrà mai essere giudicata.
          Ed ora penso alla mia compagna.
          Poetessa di un grande silenzio. E ad altre canzoni.
(34)


al nostro piacevole grido
seguono parole - tormento -
pace e sospiri. e questo primo pensiero - di un sabato
nel tempo - già svegli e anche stanchi ma ancora pronti
forti e liberi per i prossimi abbracci.
Il nostro oro è dentro e resta lì - nella nostra immensa
miniera - per andare avanti - sopra macerie - tra gente buona
dietro chi piange - per sentirci ricchi - di più -
dei signori a 18 carati.
(34)


—— alla Recchi ——

le carezze mentali
durante una sera
tra semi di zucca
e suono d'orchestra
Siamo andati di sopra
e nel ritornare
durante le scale
una voglia
di una danza più antica
E questo pensiero
      per dirti
che il ballo è finito
Ciao. Alla prossima festa
Magari - per caso -
o perché ti ho cercato.

(36)


in nome dell'amore mi dichiaro guarito.
Tu hai fasciato la mia sofferenza con le giuste carezze - hai versato
la tua voce dentro il cuore di libero poeta - adesso respiro
meglio - perché ?!? nell'aria trovo la giusta dose molecolare
del tuo respiro ........ ???
mi sembra anche di avere una casa quando mi rifugio
nella tua anima e quando ti ospito sotto il soffitto delle
mie sensazioni
          grazie dottoressa vestita da donna
sono contento anche di averti confezionato quell'abito
che indossi con disinvolta femminilità
          Ora mi possiedi - cerca di non soffocarmi
con il tuo abbraccio di neo innamorata
                      e non mi perderai.
(37)


c'era una volta - la tua bocca
la mia perifericamente vicina
Ho visto che non volevi parlare
allora ho preferito chiederti
di restare in silenzio
aggrappata
alla voglia di darmi quel che non potevi - a parole ??
tra il rumore della carta
(38)


deserto  ———————

tu nel
io sul
noi dentro
quando
deserto
vuol dire
SPAZIO SPAZIO
               
SPAZ
(52)


" interurbana ———
32 scatti
l'altra volta 14
ti ho cercata
a parole
come quando
con un solo gettone
Cercami
a qualsiasi numero
anche a quello di un altro.
(66)


" danza stanca "

Come due
che si tengono per mano
e camminano
ondeggiando
dopo essersi riempiti
d'amore e di musica
e che improvvisamente
riprendono (nel ritmo-tango)
la loro passione - l'impeto
di vivere - sfidando loro stessi
in mezzo alla gente
coinvolta nella loro scia di libertà
e dentro la voglia di seguirli -
(70)


" alla vita "

tra me e te
non c'è capufficio
né sindacato
senza benedette assoluzioni
e supreme condanne
Tra me e te
(*)  aria e amore
Nessuno comanda
quando ti cerco
sei subito dentro ogni cosa
quando mi vuoi
ti sono vicino - sempre.
Tra me e te
finché ci sei
(*)  aria e amore

(*) vino
(72)


Nota - i numeri tra parentesi indicano la pagina del libro

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