le stampe di  


Ancona - VIA SOTTOMARE

ALL'INIZIO DEL '900

 


Ancona - Monumento ai

Caduti (in costruzione)

 


Roma - San Pietro

 


Monte Rosa

Macugnaga - "Borca"

 


Ancona - Cattedrale di San Ciriaco

 


Ancona - Arco di Traiano

 


Roma - Castel Sant'Angelo

 


Roma - Trinità de' Monti


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Un genio artistico che esprime nelle linee tutto il fascino delle rievocazioni storiche

Gualtiero Biagi disegnatore dal tratto elegante

Le sue opere nascono da ispirazioni improvvise, quasi da una suggestione mistica

di Alessandra Corradini

 

Mi trovo all’Historia Cafè di Ancona, in una giornata invernale di sole. Sono comodamente seduta su un divano ed ho di fronte un uomo dai tratti marcati, che denotano una personalità forte, non comune e dalle cui mani nerborute escono opere d’arte incomparabili. È Gualtiero Biagi, apprezzatissimo disegnatore a livello marchigiano, italiano e non solo. In lui il fiero orgoglio anconetano, un attaccamento alla propria città d’origine, una nostalgia alle epoche trascorse. Gualtiero sembra vivere in due dimensioni, quella passata dei secoli trascorsi e quella attuale, che lo vede interprete della sua vita. E nasce così la voglia di intervistarlo, per cogliere la profondità della sua anima, l’essenza di un uomo che esprime il proprio essere attraverso il pennino a china.

 

Quando e come nasce l’amore per l’arte figurativa?

Quando avevo venticinque anni, così per caso, come una folgorazione. È capitato mentre guardavo la Divina Commedia con le tavole illustrate del Doré. I miei occhi non si posavano più sulle immagini, ma su quell’insieme di linee, di tratti che si intrecciavano, si fondevano, creavano un insieme di chiaroscuri, di toni differenti, di luci e di ombre, di passaggi dal nero al grigio e viceversa, con l’uso dello sfumato. Ed io rimasi affascinato di fronte a tutto questo. Così ho cominciato a riprodurre le immagini rappresentate, come un bambino che all’asilo comincia a fare i primi disegni, guardando le figure di un album. Sono un autodidatta, anche se nel sangue ho geni artistici. Mio nonno, Gualtiero Biagi, professore all’Accademia di Belle Arti di Ravenna è stato un apprezzato artista del Novecento. Sua è la realizzazione del Monumento ai caduti posto al Passetto di Ancona. Realizzò tante opere, molte anche per l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria. E da lui ho ereditato il tratto, le linee del disegno.

Quali sono le tecniche riproduttive preferite?

La china prima di tutto. Raramente realizzo oli.

Quali sono i soggetti preferiti?

Le ambientazioni naturalistiche e i paesaggi, gli scorci storici dei paesi e dei borghi che costellano la nostra bellissima Italia. Nei miei disegni c’è un recupero della storia. Con l’anima cerco di cogliere il passato di un luogo, ne rivivo quasi le atmosfere, riesco perfino a sentirne i profumi, i suoni, le voci della gente che secoli fa era vissuta lì. Il momento della realizzazione è per me quasi catartico, mi stacco dal presente e, nel mio storui-laboratorio, vengo assorbito totalmente dalle suggestioni del passato, tanto che quando rialzo gli occhi dal foglio mi sento spaesato. Il mio soggetto preferito rimane comunque Ancona, la mia città. Tanti sono i disegni che ho realizzato sull’Ancona prima della seconda  guerra mondiale, ho ritratto le stradine, i viottoli, l’intreccio di tetti delle case che dal porto si snodavano sù sù fino al Duomo, e poi via Astagno, Porta Pia, il Guasco.

Nella trasfigurazione storica di Ancona, con le sue piazze, fontane, il porto c’è la magia della fantasia o un recupero di una storia a cui ti senti più vicino?

Il recupero della storia, sicuramente.

Come e quando trovi la concentrazione per realizzare le tue opere?

La concentrazione, così come l’ispirazione, nasce all’improvviso, suggerita a volte dalla vista di un elemento architettonico antico, uno scorcio medioevale. Sento dentro di me il bisogno di disegnare ed ecco allora che prendo la matita ed un cartoncino e comincio a tracciare le prime linee, le prime sagome, che poi via via definisco con la china, nell’ambito di una o più settimane, a seconda della complessità dell’immagine.

Quali influenze hanno esercitato su di te le varie correnti artistiche?

Primo in ordine cronologico il Doré, poi Piranesi e Canaletto. Questi sono i miei maestri.

Veniamo alla tua mostra permanente nella Galleria d’arte a Monaco nel principato di Montecarlo, quali sono le opere lì presenti?

Sono disegni con soggetti storici, con scorci delle grandi città d’Italia, Roma, Venezia, Milano, Ancona. È questa una bella esperienza, iniziata quattro anni fa, grazie alla collaborazione con Antonio Fratoni, che da anni nel capoluogo dorico cura l’edizione di Bondarte. Nell’ambito di uno dei più rinomati e prestigiosi negozi di arredo di Monaco c’è uno spazio espositivo dedicato ai pittori ed artisti italiani, che possono presentare lì le proprie opere destinate ad abbellire ed ornare le ville nobiliari e i grandi palazzi monegaschi.

E quali mostrano di apprezzare maggiormente i monegaschi?

Al di là delle opere di stampo impressionista, sicuramente realizzazioni che riproducono soggetti classici, quindi anche i miei disegni.

Come preferisci definirti?

Un disegnatore. Così, semplicemente. Non ho l’ardire di definirmi artista, perché non ho una formazione scolastica accademica, tutto è nato quasi per caso e la mia esperienza è stata condotta completamente da autodidatta.

E per il futuro qualche impegno particolare?

Sì. Diciamo che sono quattro i grandi impegni per il 2005. La nuova stagione a Monaco che vedrà l’esposizione di nuovi disegni, la realizzazione di una mostra a Zara con la rivisitazione storica di ambientazioni di Zara e dell’Italia, la ventiduesima edizione di Bondarte estate, che si svolge in Ancona lungo via Binda e che rimane sempre motivo di orgoglio ed un fiore all’occhiello. E poi non bisogna dimenticare la mia personale all’Historia Cafè di Ancona, in corso Carlo Alberto, che inaugurata l’ 8 gennaio durerà per tutto il mese.

dicembre 2005


 

Un commento di Carlo Cama

 

Intravvidi già allora quanto di molto, moltissimo avrebbe potuto "costui" esprimere per l'arte e non mi sbagliai.

Egli cominciò ad assaporare il vero piacere del dare se stesso ai suoi lavori ed oggi, è ormai un grande artista.

Vediamo infatti, non l'artigiano, non l'ingegnere, ma l'artista che fa rivivere un ambiente, un'epoca, un passato relativamente lontano di cui si risente la dolce nostalgia, quasi una necessità.

È infatti delle sue riproduzioni di quartieri, piazze, fontane, giardini, marine, particolari della sua amata Ancona, esistenti all'inizio del nostro secolo, ovvero i primi anni del '900, che intendiamo dire.

Giacché, attraverso queste opere, il fruitore sente, "deve" sentire naturalmente, tutta la fluidità romantica, la sensazione dolce e viva dell'ambientazione di un tempo ormai perduto.

La carezza delle limpide luminosità evidenziate e sempre più maggiormente sensibilizzate dalle stupende ombreggiature di toni che vanno dal forte, ma quasi in punta di piedi, al tenue, al grazioso dolcissimo, quasi impalpabile ma comunque sempre estremamente incisivo.

Il tutto attraverso quel discorso della grafica che, seppure raffinata, normalmente può esprimere, per mano d'altri, solo in virtù della raffigurazione; ma non per lui che ormai ci ha abituato ad essere allietati, dopo essere incantati, all'aggiunta delle figure, rimandandoci alla mente la Venezia del "Canaletto"

Ma, attenzione: l'artista che offre il suo cuore a chi ne è degno, ha inteso dare, del suo cuore, anche la linfa.

Ed ecco quindi anche il colore!

I suoi cromatismi, di equilibrio non comune, sempre e comunque dolcissimi ma vivi, ci impegnano alla meditazione, dopo essere passati per il sogno.

È questo il "grande" Biagi d'oggi e colui che nel domani sarà fra gli "Eletti".

 

Ancona, 4 Maggio 1985

 

Il Reggente per Ancona e provincia,

dell'Accademia Internazionale San Marco

CARLO CAMA


Gualtiero Biagi lavora ad Ancona; per informazioni sulle sue opere inviare una mail a info@anconanostra.com

indicando un recapito telefonico o un indirizzo di posta elettronica se si vuole essere contattati